Recensione: “ Voglio
prenderti per mano” di Ann Hood
Ciao a tutti, sono tornata
con la recensione di questo libro perché avevo bisogno di prendermi una pausa
da: “ Che tu sia per me il coltello” di Grossman. Perché per quanto possa
essere bello e coinvolgente è anche troppo intenso… per cui ho dovuto staccarmi
un attimo da quella lettura.
A voi è mai capitato?
Veniamo a noi...Ero alla ricerca di qualcosa
di leggero da alternare con Grossman, e così ho scelto “Voglio prenderti per
mano” di Ann Hood
Trama
È una bellissima bimba senza
nome quella che Chun tiene tra le braccia. Ancora pochi istanti e dovrà
separarsene, avvolgerla nel drappo di stoffa, posarla nella cesta di vimini e
allontanarsi in fretta, senza cedere alla tentazione di voltarsi. Perché se il
cielo ascolterà le sue preghiere, la porta dell’Istituto non tarderà ad aprirsi
e una nuova vita, più bella e più facile, comincerà per la piccola lontano da
qui. Dall’altra parte del mondo, in quello stesso momento, Maya Lange sta
lavorando perché il sogno di Chun, e di tante altre come lei, possa avverarsi.
È specializzata in speranza Maya, fondatrice e proprietaria di un’agenzia di
adozioni: grazie a lei, il dolore di una madre si converte nella gioia di
un’altra, un destino apparentemente segnato vira di colpo e le fila di vite
fino a un attimo prima distanti si intrecciano a formare nuove, indissolubili
trame d’amore. Sono più di quattrocento le bambine a cui Maya ha trovato, negli
anni, una nuova famiglia, una casa. Di ciascuna lei conserva un ritratto, un
ricordo. E nei momenti peggiori, quando le ansie, le paure e i dubbi degli
aspiranti genitori minacciano di travolgerla, è sufficiente che Maya guardi i
loro visi per ritrovare di colpo la forza di ascoltare, rassicurare, consolare.
Perché il solo dolore che Maya abbia rinunciato a curare è quello che si porta
dentro, irrimediabile come la perdita che lo ha causato. Ma il destino è un
filo impossibile da spezzare, e Maya sta per scoprire chi c’è all’altro capo
del suo.
Recensione
Sicuramente questo libro è
riuscito nell’intento di farmi distrarre da una lettura così impegnativa… è una
storia dolcissima, piena di speranza.
La cultura cinese mi ha sempre
affascinata, ma credo che chiedere (o meglio obbligare) una madre a rinunciare
alla propria bambina sia terribile, per non parlare della conseguente
discriminazione sessista, perché nascere femmina in Cina è una condanna a
morte, dato che nel 1979 in
Cina venne emanata una legge per risolvere il problema della sovrappopolazione:
“Legge eugenetica e protezione salute” questa legge prevede un duro regime di
controllo delle nascite; una coppia in Cina deve avere un solo figlio, e avere
una femmina è considerata quasi una maledizione, una sciagura, perché per una
famiglia cinese avere una sola femmina significa vedere la propria dinastia
estinguersi. Per questo tantissime bambine vengono abbandonate o peggio uccise
alla nascita.
Questa legge così atroce ha,
se vogliamo, un risvolto positivo…perché fa in modo che le donne di altri paesi
possano adottare queste bambine e dare loro un futuro, e quindi un dolore così grande per una madre si
trasforma in gioia per un’altra donna che ha tanto desiderato un figlio, che
attraverso l’adozione può finalmente dare ad una bambina l’amore di cui ha
bisogno.
Questo libro racchiude tante
storie di famiglie molto diverse tra loro… tutte accomunate dal desiderio di
avere un bambino, con tutti i dubbi, le insicurezze e i ripensamenti che
possono sopraggiungere nel corso di questo cammino.
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